giovedì 19 giugno 2008

Il doppiaggio ─ I pro e i contro.

Sono perfettamente consapevole che il doppiaggio c'entra poco e nulla con la recitazione di teatro. Il punto è che questo blog è stato creato per parlare della recitazione in generale, perciò La Voce nella Notte si sta prodigando per analizzarla sotto ogni suo aspetto :).

Il doppiaggio viene considerato come una branca della recitazione: certo non si recita in prima persona, non si affronta il terrore del pubblico, non si devono fare determinate mosse come al cinema, però bisogna essere molto bravi ed abili. Bisogna saper sfruttare la propria voce, cambiarla, quando è necessario, analizzare la mimica facciale del soggetto che si vuole doppiare, le sue espressioni, i suoi gesti. In poche parole, anche qui bisogna immedesimarsi nel personaggio: capirne i sentimenti, le gioie e i dolori.
Il doppiaggio è quel procedimento col quale nei prodotti audiovisivi si sostituisce la voce dell'attore, con quella del doppiatore. Il doppiaggio è utilizzato per adattare un film ad un'altra lingua, naturalmente diversa da quella madre.
Tuttavia ci sono dei casi in cui si ricorre al doppiaggio per una particolare esigenza del regista: se la voce dell'attore presenta inflessioni dialettali eccessive o non è adatta alla tipologia di personaggio che sta interpretando, allora le sue parti vengono doppiate dalla voce che il regista ritiene migliore per quel ruolo.

Per poter doppiare un' opera prima la si deve tradurre:

La traduzione di un'opera è un procedimento complicato e problematico, perché spesso è difficile conservare il senso esatto e lo stile della versione originale. Il doppiaggio non fa eccezione, anzi, un (buon) doppiaggio deve rispettare non solo il senso delle battute, ma anche il labiale dell'attore. Dato che è molto difficile che la traduzione più fedele abbia lo stesso numero di sillabe della frase originale, spesso il doppiatore la modifica per raggiungere un livello di sincronizzazione soddisfacente, sacrificando, però, una parte della fedeltà all'originale.
Il doppiaggio cancella le voci proprie degli attori: secondo alcuni, questo impedisce di apprezzare una buona parte dell'interpretazione originale, che non è fatta solo di gestualità e mimica, ma anche di pronuncia, timbro della voce, di intonazione e di tutte quelle sfumature che concorrono a caratterizzare il personaggio interpretato. Naturalmente, alcuni attori la cui recitazione sul fronte della voce non è eccelsa, possono venire "recuperati" dalla bravura del doppiatore, anch'esso attore. Comunque, secondo questa corrente di pensiero, il doppiaggio è accettabile solo se diretto o supervisionato dall'autore stesso del film, perché in questo caso ne conserva il pregio artistico.

Sottotitoli. Risolvono il problema?

Nell'ambito del grande (o del piccolo) schermo quella dei sottotitoli è solo un'opzione per i non udenti. Ma se si considera anche l'ambito videoludico ci accorgiamo che non è più così.
Molti videogiochi sono doppiati in italiano, ma molti altri no. Sto parlando dei prodotti che vengono fabbricati in Giappone che passano in America e che arrivano qui in Europa.
nessuno ha mai preso in considerazione l'idea di doppiarli in Italiano/Francese/Tedesco? A quanto pare no. Infatti li troviamo solo sottotitolati in italiano, ma l'audio è in inglese. Forse è meglio così, in un certo senso, il doppiaggio americano è ben fatto e con i sottitoli il giocatore deve fare uno sforzo minimo per capire la trama. D'altro canto, forse per alcuni può risultare sgradevole essere costretti a sorbirsi intere esperienze videoludiche in una lingua divesa dalla propria. Inoltre lo "spettatore" è costretto a distogliere lo sguardo dall'inquadratura per poter seguire il dialogo, facendo perdere spesso una parte anche consistente della visione.
Inoltre non è detto che i sottotitoli impongano meno vincoli alla traduzione rispetto al doppiaggio: talvolta, il traduttore può decidere di accorciare e riassumere le frasi per non affollare troppo lo schermo e velocizzare la lettura.

Il doppiaggio delle animazioni:
Prima di tutto occorre specificare che i cartoni giapponesi, i cosiddetti Anime, sono molto espressivi e per questo molti doppiatori si trovano meglio a lavorare su quelli occidentali.
Un esempio molto comune è quello dei Simpson, la famosissima sitcom animata creata dal fumettista Matt Groening e poi riadattata dalla FOX per essere programmata in televisione.
Il personaggio principale della serie è, ovviamente, Homer Simpson.
A doppiarlo c'è colui che viene considerato il migliore dei doppiatori comici italiani: Tonino Accolla.
Tonino Accolla ha la fortuna di avere una voce eccezzionale, secondo me, può essere modificata e riadattata a seconda delle esigenze del personaggio. Quella di Homer Simpson è sicuramente una delle sue interpretazioni migliori. Seguendo le puntate della serie (il cui doppiaggio è stato diretto dallo stesso Tonino Accolla) ci accorgiamo di come la voce di Homer possa cambiare radicalmente. Quando sbaglia ed esclama "DOH!" la sua voce è grave, molto profonda. Quando invece si mette a parlare di cibo, sbavando, magari, allora sembra quasi un pervertito XD. Quanod invece esclama il famosissimo "MITICO!" allora la voce è totalmente diversa da quella del "DOH!", è più acuta, stridula, in un certo senso.


Tonino Accolla.
Homer Simpson, un personaggio che non ha bisogno di presentazioni!


Ma per renderci conto della differenza tra opera doppiata e opera originale abbiamo bisogno di un confronto più... pratico, ecco.
Ecco due trailer quasi identici del film dei Simpson, il primo è in italiano, mentre il secondo è in inglese. Tastate con mano la differenza!


Il trailer italiano...

... e quello inglese!
Scoprirete che non è cambiato poi molto. Grazie della lettura! Alla prossima puntata!
Link utili:

6 commenti:

Federico Russo "Taotor" ha detto...

Sinceramente, nei film "seri" (non comici), il più delle volte le voci sono ridicole, secondo me. Io, sinceramente, preferirei il doppiaggio in molti film italiani.

Lo Sparviero ha detto...

Sì, sì. Verissimo, proprio non li sanno scegliere i doppiatori.
P.S. Ho concluso di non essere un coglione!^^

giubin.com ha detto...

ricordate che bei tempi quando i doppiatori non comparivano neanche nei titoli di coda qualche anno fa? Fecero una tremenda lotta per apparirvi. Il risultato? un doppiatore senza nessuna esperienza di vita tipo Accolla ha il diritto di dire qualche secondo di fesserie dopo i Simpson chiedendo tipo a giovanotti, cito testualmente: "se tu volessi svelare, in un momento particolare della tua esistenza su una montagna innevata accanto a delle energie bellissime, tibetane per esempio, il tuo segreto del tuo successo dove sta; così ma proprio però lorenzo non le cose... per carità senò andiamo ad altre trasmissioni.". La risposta elegante di Jovanotti ha evitato il dramma. Accolla che neanche la bocca dovrebbe aprire per motivi estetici, si crede di essere in una Sua Trasmissione ci rendiamo conto?? W tiananmen altro che proteste per apparire sui titoli di coda. Se dai una mano queste pecore si prendono il braccio.

Anonimo ha detto...

eccone altri che non sanno di cosa parlano...
l opinione è una libertà che solo pochi però dovrebbero prendersi.
Informazione, coerenza, rispetto e tolleranza.
quante emerite vergognose baggianate ad opera dei soliti bigotti...

Lo Sparviero ha detto...

Giubin: il mestiere del doppiatore non differisce molto da quello dell'attore. Non sono "pecore"; sono persone. Un doppiatore ha il diritto di vedere il proprio nome nei titoli di coda, ha il diritto di avere dei riconoscimenti per il lavoro che ha fatto, perché, sena di sso, come potremmo vedere i film stranieri? Poi della frase di Accolla che hai citato, sinceramente, non ci ho capito una mazza. "Motivi estetici?", cioè, dovrei ridere di questo commento? No perché se è così sei sulla buona strada.
E Tiananmen... ne potevi trovare un'altra, non questa che non c'entra un cazzo con il post.

Edoardo: Ah, veniamo a te. Del tuo "commento", se così si può chiamare, non c'ho capito molto. Dovresti specificare chi sono questi fantomatici "altri".
"L'opinione è una libertà che solo pochi però dovrebbero prendersi".
Ah... ah... ah... molto divertente, torniamo tutti alla ditattura? Sterminiamo qualche negro o ebreo perché sono razze inferiori?
Mah...

Anonimo ha detto...

Sparviero siamo nervosetti...

-"altri":
pronome indefinito riferito nello specifico, oltre ogni modo evidente, agli autori degli sprezzanti commenti precedenti e in senso generale ai soliti bigotti che sputano sentenze con la bocca piena di ignoranza.

-"l' opinione è una libertà che solo pochi però dovrebbero prendersi":
concetto che ribadisco per le citate motivazioni...

nazzismo, razzismo, dittatura e mettiamoci pure schiavitù, apartheid, la bomba atomica, il terrorismo, la caccia alle streghe, la tortura, le banche centrali e tutte le atrocità che l uomo ha commesso...
quindi strumentalizzare certe argomentazioni per pura polemica oltre che penoso non ti sembra allora un modo "dittatoriale" e scorretto di replicare in una conversazione ?? ecco appunto.. il secondo capoverso vale anche in questo caso.

-"Del tuo commento, se così si può chiamare, non c'ho capito molto":

sì esatto, si chiama "commento" e se non c hai capito molto evita di replicare, perchè l opinione è... (vedere secondo capoverso).