sabato 28 giugno 2008

Eroi e cattivi ─ Come crearne di decenti?

Grandi personaggi. Eroi memorabili. Benefattori, mostri, persone normali invischiate in situazioni eccezionali!
Se sono rimasti impressi nella nostra memoria, ovviamente, non è solo per il loro lato eccezionale che li contaddistingue dalla massa.
Tuttavia per molte persone è difficile immedesimarsi o anche solo lasciarsi affascinare da un personaggio del tutto fuori dal comune.
Sempre più spesso, infatti, accade che il grande personaggio (quello che non dimentichiamo più) sia costituito da tre parti di umanità e da una parte, o anche solo da una goccia, di stra-ordinario.
Sono i grandi romanzi a lasciarci impressa l'immagine dei loro protagonisti, ma sono anche i grandi personaggi ad abitare la nostra fantasia, vivendo di vita propria fuori dai libri in cui li abbiamo conosciuti.
Anzi, ci sono personaggi di cui ricordiamo il nome anche se dimentichiamo quello del libro e dell'autore.

Eroi ─ Come farli grandi?

Ciò che rende memorabile un personaggio è la combinazione perfetta di usuale ed inusuale.
Devono esserci nel personaggio qualità umane che il lettore condivide con lui e che gli impediranno si buttare via il libro esclamando: "Ma che assurdità! Assurdo! Assurdo! ASSURDO!", miste però a qualcosa di eccezionale che attirerà l'interesse e impedirà al lettore di chiudere il libro per il motivo pposto, borbottando: "Che noia, la protagonista sembra mia nonna, il cattivo, invece, è la fotocopia del mio capufficio".
Che cos'anno in comune Ulisse e Spider-man, Don Chisciotte e John Rambo, Paperon de' Paperoni e D'Artagnan? Si tratta di peronaggi che hanno caratteristiche che li rendono straordinari: l'astuzia di Ulisse, i super poteri di Spider-man, la dolce e quasi ingenua follia di Don Chisciotte, il coraggio di Rambo, l'avidità di Paperone, l'abilità di spadaccino di D'Artagnan e così via. Il personaggio diventa emblematico di una qualità.
Ognugno di questi personaggi, però, ha anche qualcosa di umano, qualcosa che li corregge, in un certo senso, qualcosa che li rende accettabili agli occhi del lettore e che lo spinga ad indentificarsi in loro e non a limitarsi ad osservare le loro prodezze in maniera esterna. Se Rambo fosse solo una macchina per uccidere e non avesse a carico il dolore del fardello del reduce sarebbe una figura ad un'unica dimensione: presto ci stancheremmo di guardarlo.
Paperone non è solo avaro: il suo inguaribile attaccamento al denaro materiale ha anche altri aspetti che suscitano simpatia e tristezza.
Non a caso, quindi, gli eroi che hanno conquistato il pubblico sono quelli più umani e tormentati, come Batman e Spiderman, che, deposti gli abiti di giustizieri, tornano ad essere vulnerabili come noi.

I cattivi ─ Come renderli... ehm... cattivi.

Dal punto di vista narrativo i cattivi, i cosiddetti antagonisti, i personaggi ostili all'eroe sono spesso più importanti del protagonista stesso. Sono loro che, con azioni malvagie, «creano» la storia.
E può capitare anche che la loro figura rimanga ancora più impressa di quella del protagonista.
Esistono fondamentalmente tre tipi di cattivi:

1) Il cattivo integrale.
Mr Hyde (creato dallo scrittore Robert Louis Stevenson) è il cattivo integrale per definizione: nasce infatti dall'esperimento fantascentifico del Dottor Jekyll, che resce a separare da sé la componente istintuale, malvagia e bestiale della propria natura e finisce per soccomberle.
La stessa operazione narrativa viene brillantemente ripetuta da Italo Calvino ne Il visconte dimezzato, dove a separare la metà buona da quella cattiva non è la pozione del Dr. Jekyll, ma un colpo di cannone; invenzione che si rivela irreale quanto la prima.

2) Cattivo perché costretto ad esserlo. (oh, poverino!)
Il Master di Ballantrae (altra opera di Stevenson) è un esempio concreto per questa tipologia di cattivo. Due fratelli, Henry e James, lanciano una moneta per decidere chi potrà condurre una vita di lusso, tra gli agi del castello del padre, e chi, invece, dovrà gettarsi nell'azzardo e nelle barbarie di una guerra civile. La sorte tocca a James, che da questo momento si trova a diventare, fra i due, il cattivo, benché il suo carattere non sia più malvagio di quello del fratello.

3) Il cattivo "affascinante".
Prendiamo Dracula, la cui tenebrosa virilità ha sedotto generazioni di lettori. Prendiamo L'isola del tesoro (sempre di Stevenson): qual è il segreto di Long John Silver? Cos'è che lo accomuna agli altri farabutti o al dottor Lecter de Il silenzio degli innocenti (il thriller di Johnathan Demme. Con JodieFoster, Scott Glenn, Anthony Hopkins, USA, 1991)? La risposta è semplice: Silver è cattivo, questo non lo mette in dubbio nessuno, ma la sua è una cattiveria grandiosa che lo pone al di sopra degli altri meschini criminali da quattro soldi che gli girano in torno, e l'agire sinistro di questo cattivo è accompagnato da un'ironia che non può non essere non definita... ehm... accattivante.

Italo Calvino autore della trilogia Il visconte dimezzato (1952), Il barone rampante (1957), Il cavaliere inesistente (1959).

Direttamente dal genio di Robert Louis Stevenson: Lo strano caso del Dottor Jekyll e Mr. Hyde. Opera che, a mio parere, costituisce il suo più grande capolavoro letterario.


Apro anche una parentesi a parte per i cattivi dei fumetti: i cosiddetti villains.

Per molti versi quello dei supereroi è un gioco che ha a che fare con il doppio e lla doppiezza. Ci sono i segreti delle identità nascoste dai cappucci, la menzogna come metodo sistematico di occultamento di una parte della loro vita. I supereroi determinano spesso la nascita dei loro più acerrimi nemici. Una specie di gioco a incastro di cause, casualità e conseguenze che causa la nascita di una nemesi bizzarra come l'eroe stesso. Ma se il gioco è doppio, tanto da legare l'eroe al villain a un vincolo esistenziale (cosa ne sarebbe del primo senza il secondo e viceversa?) allora si può anche alzare la posta, rilanciare, raddoppiare. Ecco perché alcuni giustizieri non hanno un solo avversario, ma schiere di pretendenti al titolo. Spiderman è uno di quei personaggi che ha avuto la fortuna di avere tantissimi nemici con cui confrontarsi, ma per tutto il periodo classico della serie uno fra tanti ha dominato la scena, emergendo come il nemico ufficiale: sto parlando di un bellissimo cattivo: Goblin, il folletto verde. Goblin è morto varie volte, ha perso la memoria tante altre, ha cambiato identità in infinite circostanza ed è persino divenuto una sorta di stirpe maledetta. È stato usato a tal punto da porre problemi di coerenza agli autori della Marvel che, ricordiamocelo, lavorono su vicende ambientate in un universo unico, coerente nello spazio e nel tempo. Molti hanno cercato di creare un avversario all'altezza del famigerato folletto verde, e hanno fallito. David Michelinie, invece, ha avuto un'intuizione azzeccata, che l'ha portato a creare quello che oggi viene considerato il "secondo" nemico di Spidey: Venom. Che ha caratterizzato gran parte della produzione degli anni Ottanta e Novanta. Venom non è solo Eddie Brock, un uomo malvagio che odia Peter Parker perché lo ha rovinato professionalmente, ma è anche un individuo dotato di una parte dei poteri dell'Uomo Ragno. Mi spiego: durante gli anni Ottanta, la Marvel decide di cambiare il look del nostro supereoe. Via la tuta blu e rossa sostituita da un essere alieno color inchiostro, di sostanza liquida e che aderisce come un parassita ai corpi degli organismi ospiti, garantendo loro capacità eccezionali. Un alieno intelligene e malvagio, decisamente poco adatto per un eroe, ma perfetto per elevare ai massimi gradi la crudetà di un uomo degradato. Brock, però, non è solo il nemico , ma rappresenta un' immagine distorta dell'Uomo Ragno, uno indossa colori sgargianti, l'altro è nero; uno ha i poteri dell'insetto da cui è stato morso, ma rimane pur sempre un uomo. L'altro diventa una sorta di insetto gigantesco e vive unito ad un simbionte alieno. Venom è indubbiamente un bellissimo personaggio. Ha un'immagine potente, perché è uno Spider-man ipertrofico e, soprattutto, è completamente folle. La Marvel lo ha molto utilizzato, creandogli un solido background e rendendolo protagonista di una nuova testata personale. Addirittura, gli autori della Casa delle Idee si sono creati la sua nemesi, Carnage, una versione ancora più distorta e psicotica, per continuare a dismisura questo gioco di doppi.

Un terzetto decisamente memorabile! A sinistra c'è Carnage, al centro Spider- man e a destra il mitico Venom!

Alla prossima puntata! (anche se ormai sto diventando monotono).

Link utili:

Spider-Man Italia, il portale italiano dedicato all'Uomo Ragno.

Marvel: The Official Site.

Biografia di Italo Calvino.

Biografia di Robert L. Stevenson.

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