lunedì 7 luglio 2008

Scrivere un testo teatrale.

Un copione teatrale è un testo incompiuto, che si realizza soltanto una volta portato in scena. Durante il mio corso ho avuto modo d'individuare alcune linee guida per comprendere meglio questo particolare genere di scrittura.

Il dramma.
Vediamo intanto quali sono gli ingredienti per una situazione drammatica. Innanzitutto i personaggi, le relazioni fra di essi, i conflitti e gli eventi che modificano il loro sistema di rapporti. Fra i teatranti c'è un detto che recita: "Non c'è teatro senza azione". Scrivere per azioni significa comprendere che i personaggi di un testo teatrale hanno obbiettivi e compiti che cercano di realizzare, e che trovano una serie di ostacoli a causa di altri personaggi (che possono avere obbiettivi contrastanti), o di un ambiente, oppure del "destino".
In un dramma teatrale si verifica sempre qualcosa che modificano l'armonia iniziale, la mutano totalmente fino a distruggerla, scatenando così il caos. Quando un impianto drammaturgico funziona, persino un personaggio solo in scena è portatore di conflitti ed eventi. Nel Machbeth di Shakespeare c'è un celebre monologo nel quale il protagonista (Machbeth, appunto) decide di uccidere Dunkan, il re. Di fatto Machbeth compie un'azione, qualcosa è accaduto, lo ha convinto, l'ha reso determinato: l'ha reso pronto per questo assassinio.
Potrei citare testi interi costruiti come monologhi, che non rinunciano all'azione. Un esempio è quello di Raffaello Baldini e della sua opera In fondo a destra, dove si racconta di un uomo catapultato improvvisamente in un labirinto sotterraneo irriconoscibile, totalmente estraneo, dal quale non riesce ad uscire e dove incontra personaggi paradossali che lo accompagnano fino alla fine del costante sforzo per ritornare alla normalità.

Prepararsi prima di scrivere.
Prima di iniziare a scrivere bisogna prepararsi accuratamente: innanzitutto sapere dove si svolge la vicenda, quali eventi accadono, chi ne rimane coinvolto.
Scrivere per il teatro significa fare in modo che il nostro immaginario diventi il più concreto possibile. Se la storia si svolge in un castello, per esempio, allora bisogna sapere bene che tipo di castello è, come è strutturato e quali suoi particolari possono avere una certa rilevanza nella vicenda. Ma "Concreto" non significa necessariamente "realistico", al contrario. Un esempio è Commedy di Beckett, dove i personaggi sono incastrati in tre grandi botti ed emergono da esse solo con il capo.

L'importanza dell'incompiutezza.
La scrittura di teatro ha a che fare con l'incompiutezza poiché il testo non si realizza sulla pagina, ma sulla scena. C'è una profonda vicinanza fra attore e drammaturgo, perché l'attore si trova a percorrere più volte la trama che il drammaturgo ha intessuto per il suo personaggio. E la trama deve tenere, attenzione, deve rispettare la cosiddetta logica delle conseguenze. Ogni battuta (o gesto) di un personaggio non ha mai valore di per sé, è sempre in relazione alla situazione in cui accade, ma anche a ciò che segue e precede tale azione.
Ogni scrittura può essere giocata e stravolta a proprio piacimento, in base alla storia che si vuole raccontare. Tradimente, dell'inglese Harold Piter, è un testo "al contrario": procede a ritroso, si parte dall'ultimo evento delal vicenda fino ad arrivare a quello iniziale. In questo modo si costituisce la parabola di un ricordo.

Il tema.
"Che cosa voglio raccontare?". Occorre porsi frequentemente questa domanda, ed essere sempre onesti e precisi nella risposta. Il tema, una volta individuato, può essere considerato come un faro, come una guida alla quale dobbiamo tornare costantemente.
La guerra, di per sé, non è un tema. L'amore per la guerra e il ritorno dei reduci lo sono, perché indicano già delle azioni, un centro di gravità, delle possibilità concrete di costruire e lavorare intorno ad un nucleo centrale. È molto importante che le nostre scelte cadano su elementi manipolabili.

Il personaggio.
Per lavorare su concretezza su un personaggio occore porsi un'altra domanda: "Che cosa fa?". A queste domanda si può rispondere in modi differenti, che sono già indirizzati ad azioni. Aspetta? Uccide? Pedina? Si nasconde? Queste azioni "grandi" possono essere affianca da attributi più "piccoli: cammina furtivamente, inciampa ogni tanto, si gratta la testa ecc. Di modo chesi vada a costruire un mondo di abbitudini, caratteristiche, attitudini che avvolgono il personaggio rendendolo reale e concreto.
È necessario, soprattutto quando si inizia a scrivere, lavorare su diversi piani ed essere il più aperti possibile: a volte il sapore di un (buon) dialogo ci può aiutare a scoprire i nostri personaggi molto di più di una scaletta ben impostata.

Lady Macbeth, di George Cattermole.

Mi scuso per il ritardo, ma, in fondo, è estate anche per me ;)!

14 commenti:

Valberici ha detto...

Non mi intendo molto di teatro però il post mi pare interessante. :)

p.s.: ne "il tema" ci sono un pò di refusi ;)

Lo Sparviero ha detto...

Valberici: Era tardi ed ero molto stanco, a stento sono riuscito a finire il post. Grazie della segnalazione: rimedio subito.
P.S. Visto tutto il pandemonio che si sta scatenando ultimamente a causa del modo di recensire di Gamberetta ho deciso di dedicare il prossimo articolo al "recensire un libro". Ovviamente posterò il link in Gamberi Fantasy, nella Fogna probabilmente, ma ancora non ho deciso ;).
Oh, buona presentazione!

Lady Naeel ha detto...

le cose che hai citato sono giuste, ma sono la base per ogni tipo di scrittura, non solo per quella teatrale.
il valore aggiunto che bisogna inserire in una drammaturgia teatrale è l'emozione e quella non è analizzabile a parole o seguendo schemi prestabiliti.
poi c'è da dire che nel teatro anche l'immobilità è azione, nel momento in cui ha un significato (e stare in scena rimandendo immobili è quanto di più difficile si possa fare). anche se io continuo a preferire i lavori corali ai monologhi e in ultima ratio i recital, che però non danno le stesse emozioni di uno spettacolo vero e proprio.
un saluto!

Lo Sparviero ha detto...

Naeel: So che ciò che ho citato è la base per ogni tipo di scrittura.
Per questo tra le etichette ho inserito "Scrittura".
Qualunque scritto deve partire da un'idea o da un argomento che ci stiano veramente a cuore e che abbiano a che fare con noi, possibilmente. Può essere qualcosa che ti ha sorpresa, rattristata o molto divertita; deve essere, insomma, qualcosa che hai voglia di raccontare.
Certamente anche l'immobilità indica un'azione. "Resta immobile" è una di quelle grandi azioni che devono essere accompagnate da attributi più "piccoli" (perdona se mi sto citando da solo XD). Un esempio per questo caso sarebbe: "Finge di essere morto", oppure "Rimane nascosto ed immobile nell'ombra".
Secondo me, uno dei pochi contro del monologo è che non c'è confronto, non c'è una relazione fra i vari personaggi: emergono solamente i pensieri del soggetto che parla nel monologo ;)!
Per il resto sono daccordissimo con te :)!
Grazie di essere passata!^^
P.S Quella nella foto sei tu? XD.

Lady Naeel ha detto...

sì sono sempre io.

riguardo all'immobilità il mio regista mi parlò un giorno di un attore che entrava in scena correndo poi con uno stop si bloccava in proscenio e rimaneva in quella posizione per qualcosa tipo mezz'ora e recitava.... allucinante.

Lo Sparviero ha detto...

Naeel: Allucinante è proprio la parola giusta!^^
Molte persone a stare ferme per pochi secondi finiscono per tremare come... come... vibratori! (vero, Davide Sbrogiò? XD).

Fabrizio ha detto...

Dipende se il disegno mi stuzzica.
E' un periodo che sono foderato di impegni. Ho una sacco di progetti da finire e il macigno della tesi.

Per ora quello che sto facendo sono cose poco impegnative e che faccio

a) come riscaldamento per poi disegnare per tesi

b) come rilassamento per mettere la mia testa in posti che mi piacciono.

E ho tempi lunghissimi per fare rispondere alle richieste.

Ma - e sottolineo MA - sì, potrei farti un disegno su richiesta.

Tu chiedi.

Se l'idea mi piace e riesco ad incastrarla, io risponderò ;)

Fab

Lo Sparviero ha detto...

Fab: Gentilissimo come sempre, però...
Se sei foderato d'impegni allora lascia perdere; finisci la tua tesi che è meglio :).
Ti avrei chiesto un disegnino su Venom, che è il mio personaggio Marvel preferito, ma non ti preoccupare... prima occupati dei tuoi impegni e dopo, se ne hai il tempo e la volontà, fai questo disegno (sottolineo "se hai la volonta").
Lo Sparviero è molto attento nella dose di tatto che sceglie ed impiega nel relazionarsi con le altri persone, infatti:

A) Gamberetta (la prima che mi è venuta in mente) ha tantissimi "nemici".

B) Lo Sparviero non ne ha nemmeno uno!^^

P.S. Per tua comodità questo commento è già stato postato sul tuo blog. Perché l'ho messo anche qui? Semplice: come faccio, altrimenti, ad aumentare il numero dei commenti? XD.

Un saluto ;)!

°o.O SweetDoll O.o° ha detto...

Ehy ciao sn passata di qui x kaso.. mi fa piacere ke ci sia qlc ragazzo ke apre qst siti ke nn parlando delle solite "kavolate" .. se ti va passa dal mio space.. certo vah.. nn è km qst blog xò ci sn alkuni pensieri ke varrebbero la pena di essere letti ^_^ .. ti lascio il link : http://mysweetpinkdream.spaces.live.com/
1kiss.. (ah.. se vuoi kontattarmi il mio kontatto msn è baby-princess_@hotmail.it

Lo Sparviero ha detto...

Ciao! :)
Sono lieto che il mio modesto blog ti abbia colpita, ma di siti come il mio (e anche di migliori^^) ce ne sono in abbondanza ;).
Hai il tuo Space, dici? Se vuoi posso linkarti come ho fatto con gli altri amici che frequentano il mio bloh, ne sarei felice :).
Intano ti aggiungo subito al MSN e visito il tuo bel blog ;).
Torna a vistarmi quando vuoi.
Un saluto :).

alladr ha detto...

sì, questo breve vademecum è interessante e, un po' paradossalmente, lascia da parte proprio quello che è specifico del teatro, cioè la presenza di attori in scena. epperò scrivere teatro, anche pezzi brevi, è un utile esercizio perché ti costringe a pensare in modo visuale, mentre un errore comune fra gli autori di romanzi è quello di infilare una dietro l'altra delle parole senza aver bene chiaro quello che tali parole dovrebbero rappresentare.

aspetto con curiosità il tuo post su come recensire.

Lo Sparviero ha detto...

Alladr: Arriverà, arriverà. Lo Sparviero non delude mai i suoi lettori. Prevedo che il post sul come recensire sarà ben più lungo di questo. Dico due stronzate: potrebbe essere il post più lungo di questo blog e, magari, potrebbe anche rivaleggiare con quelli di Gamberetta in lunghezza. :)

Antonio ha detto...

cerco sceneggiatore teatrale per progetto

Peter panz ha detto...

Sono uno scrittore professionista da dieci anni e mi occupo prevalentemente di teatro. Tutto quello che è stato detto sullo scrivere un testo teatrale è sostanzialmente giusto, tuttavia vorrei puntualizzare alcune cose: nel teatro non ha grande senso operare una differenziazione tra teatro professionistico e dilettantistico. Un'opera teatrale o è bella o è brutta. Mi è capitato di leggere pessime opere di grandi del teatro mondiale e di leggere opere accattivanti di pessimi autori non professionisti. Vero anche che se non c'è l'azione non c'è testo teatrale, ma è pur vero che l'azione non sempre è movimento. Cioè, l'importante è che sia percettibile del movimento, non ha importanza se intellettuale fisico o emotivo. Da un punto di vista operativo: se alla base dell'opera non c'è una bella idea, è quasi impossibile che si possa creare un'opera decente. Al contempo, se la buona idea non è realizzata a regola d'arte, il testo teatrale assomiglierà ad un buco nell'acqua. Se non si è attori e non si sono calcate le tavole del palcoscenico è quasi impossibile immedesimarsi completamente nei vari personaggi. Vero è che l'opera non è veramente compiuta fin quando non è messa in scena, ma rileggendola ci si accorge subito se l'opera è valida o meno. Da ultimo, solo scrivendo di teatro e cimentandosi con generi diversi si acquisisce quella sensibilità di comprendere quali punti del testo teatrale scricchiolano o meno.